I PRINCIPI DELLA BUONA EQUITAZIONE – LE MANI

I principi della Buona Equitazione – Le mani

Se, l’assetto ha una importanza nodale per montare a cavallo perché rappresenta la base in cui si apprende la stabilità in sella e nello stesso tempo l’elasticità, l’equilibrio, il suo apporto nella conduzione del cavallo sotto forma di variazione posturale del cavaliere e la sensibilità del sentire “la macchina cavallo”, la mano è quell’aiuto naturale che ha quelle molteplici funzioni che sono la comunicazione con il cavallo e non solo.
E uno strumento sopraffino, se ben usato.
Sofisticato.
Innanzi tutto, la mano deve avere sensibilità, tatto, saper tenere le redini con una certa tensione, non stringerle troppo, non tirarle e soprattutto la posizione delle mani è importantissima.
La posizione delle mani può essere:
chiuse – aperte – basse – alte – fisse – neutre.
Ogni posizione è un effetto di redini che si trasmette sull’imboccatura e anche senza, che a sua volta si riverbera sulla conduzione del cavallo.
La posizione delle mani è una delle cose più difficili da trasmettere all’allievo e oggi ci sono molteplici “versioni”.
Lungi dal disquisirle, occorre solo dire una cosa, la posizione della mani deve essere naturale, che consenta al cavaliere (in questo caso principiante) di non muoverle troppo, di dare “comandi” precisi e diretti, ma con discrezione e misura, rispondendo al principio dell’aiuto tendente a zero.
Una mano che cede, che interviene con misura, ottiene una conduzione leggera e collaborativa.
Baucher sul letto di morte disse: “mai tirare, ma chiudere le dita”.
Ed ecco che la mano comunica anche con le dita, in un sapiente gioco di trazioni di pochi centimetri.
Il cavallo è un animale che ama la sensibilità e interpreta le nostre intenzioni anche attraverso le redini, che sono un canale di comunicazione, di conduzione e correzione eccezionale.
Se la Scuola Caprilliana pone molta attenzione alla mano, ma in una ottica “elementare”(in fase di formazione del cavaliere principiante), in cui il cavaliere tramite la mano deve solo preoccuparsi della conduzione del cavallo attraverso la regolazione dell’impulso e della direzione sotto forma del principio della “cessione all’incollatura” che altri non è che la mano cedente nel seguire la bocca del cavallo e il basculare dell’incollatura, (e che avviene dopo la creazione dell’assetto che deve dare stabilità e indipendenza di aiuti di mano dal resto), la Scuola Accademica alla mano da ulteriori qualità e compiti, perché è quella che rileva, ammorbidisce, raccoglie, decontrae, arrotonda ed estende l’incollatura che nella Scuola Accademica riveste una funzione diversa che nella Scuola Caprilliana vuole l’incollatura in atteggiamento “naturale”.
E allora la mano si specializza con delle procedure ben precise.
Ma è sempre una mano cosciente, che agisce con assoluta misura.
Occorre ricordare poi che le redini (e le mani) rispetto alla loro azione possono essere:
dirette – contrarie – d’opposizione – aventi effetti laterali ( redini d’apertura, redine diretta di opposizione) – aventi effetti diagonali (redine intermedia, redine d’appoggio, redine contraria d’opposizione).
Quindi (e ci scusiamo per la brevità di questo post) le mani sono uno degli strumenti più sofisticati che esistano e imparare a usarle al meglio è questione di non solo pratica, ma di sensibilità.
A volte, basta un nulla per avere da parte del cavallo una risposta immediata.
Ecco perché tutti i problemi del cavallo sono risolvibili attraverso una buona mano e non delegando ai vari finimenti di moda oggi la risoluzione.
E’ indice di ignoranza tecnica far montare i principianti senza insegnare i basilari tecnici, oppure costringerli a tenere le mani fisse e ferme e in posizioni errate, o a fargli usare senza criterio chiudibocca e martingale o imboccature severe come il pelham o il pessoa se prima non si è creata una buona mano, perché allora non si crea la sensibilità e la consapevolezza del cavaliere in erba delle incredibili virtù di una buona mano, che deve fare delle azioni ben precise finalizzate a una data funzione.
Alla fine – e ce ne siamo ampiamente accorti qui in struttura – arriva gente che monta da anni, ma che non hanno consapevolezza delle virtù tecniche delle mani e a volte noi dobbiamo non senza difficoltà, rimediare a dei guasti didattici incredibili.
La maggior parte delle persone che ci contattano per problemi di conduzione dei loro cavalli, l’80% non ha ricevuto una adeguata scuola degli aiuti, soprattutto della mano.
La mano ferma e fissa, la mano che tira in continuazione, la mano in pessima posizione, rovinano le bocche ai cavalli.
E un cavallo rovinato di bocca, ha anche l’incollatura compromessa e con l’incollatura, la schiena e con la schiena, tutto il resto.
Quindi il tutto si riverbera sul cavallo.
Fare una buona mano, e apprendere le infinite potenzialità degli aiuti di mano, non è difficile, e i cavalli come sempre, ringraziano….
..e credo questa sia la cosa più importante…